Non mi manchi che piango tutti i giorni.
Non mi manchi che se passo da un posto tuo mi struggo con la mano sulla fronte come Eleonora Duse.
Non mi manchi che penso a tutte le cose che volevamo (e volevamo!) fare insieme.
Mi manchi che per esempio oggi son stata dall’avvocato per separarmi e mi sono sentita forte, ma ho dubbi e paure, e allora vorrei condividere con te questa giornata, i dubbi, le ansie, il coraggio e le sdrammatizzazioni….
Ecco: così mi manchi.
E allora le ho raccontate a tua madre e alla mia amica Silvia quella storica. Che son meravigliose. E dicono cose fondamentali, preziose, di sostegno. Ma non dicono “mah…” oppure “io non starei a perder tempo su questi pensieri adesso” o, ancora, “fanculo, c’hai dei controcoglioni così”. Dicono altro, e ringrazio il cielo di averle. Ma la tua voce, il tuo punto di vista divergente mi manca. Questo sì, eternamente. Ma forse te l’ho raccontato lo stesso e tu mi hai detto la tua.
Tua Afrodite, qui nel mondo tua Saida
Sì è vero, ci mancano tante cose di lei. Qui al lavoro abbiamo tutti ripreso le nostre attività, qualche volta sembra che facciamo come se niente fosse, ma non è vero niente.
Ma in questi momenti non riesco a non pensare a quanto manchi a lei la bellezza della vita, la bellezza della sua vita, quella sua vita che era riuscita a raddrizzare e rendere felice con tanta fatica e tanto impegno. Quando l’ho conosciuta io aveva degli orribili capelli gialli, era al primo anno Counseling.
Era forte e allegra come credo sia sempre stata, la sua risata spaccava il mondo in due, e io mi trovavo fra quelli che ridevano. Poi è passata alla scuola clinica e poi è diventata una di noi. Sempre molto seria e molto ridente. Aveva un Genitore protettivo potente, un Adulto critico com’è giusto che sia e una Bambina allegra dagli occhi spalancati verso il mondo degli altri. Essere seri e allo stesso tempo gioiosi è da pochi.
Una volta mi ha dato un abbraccio che ricorderò per tutta la vita, ci sono dei vantaggi anche per una donna ad essere alta, avere braccia lunghe per cingerti tutto e mani grandi da sostenerti i fianchi.
Quello che manca a me non è molto rispetto a quello che mancherà a lei del suo vivere ancora.
Avrebbe avuto una vita meravigliosa.
Giorgio
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Questo sì che è un pensiero che fa male come un pugno allo stomaco. È questo il pensiero che non si riesce a pensare. Hai ragione Giorgio.
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E il ritratto che ne hai fatto è davvero corretto, lei era così, si. Con i suoi capelli controcorrente, e quei tre stati dell’io proprio così.
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