Una giornata perfetta

Che giornata ragazze! Che giornata PERFETTA! Perfetta, sì, perfetta. Nonostante l’ansia, la paura, il dolore e i pensieri tosti che ci hanno avvolto in questi giorni di feste. Una giornata proprio “al contrario” di come poteva andare.

Ecco, insomma, cara Artemide, te lo dobbiamo dire: ieri avevi la febbre così alta, ma così alta, che i dottori iniziavano a sbatter la testa per capire cosa fare… E insomma, ieri eravamo tutte e tutti così in ansia… Credo che nessuno abbia dormito… E, se qualcuno ha dormito, ha sognato che ti passasse quella terribile febbre che ti durava da troppi giorni… Al mattino tutti lì ad aspettare notizie… E tutti, ne sono convinta, al mattino abbiamo pensato che l’unico posto dove potessimo essere fosse accanto a te, per sentirci meglio, credo… E mentre noi correvamo da te, fino a noi correva la notizia che la febbre, ecco sì, quella febbre, forse, forse ma forse, forse se n’era andata, che la febbre, sì, la febbre, non c’era più!

Così, senza metterci d’accordo, oggi è stato un giorno di festa, il più bello di tutte queste feste, l’unico bello davvero: ci siamo scambiati baci, risate, cappotti e borsette, battute e sorrisi attorno al tuo letto nella tua Spa a venti stelle. E tu la febbre non l’avevi più, e te lo dico, eri bella coi tuoi sorrisi e gli occhi azzurri non più stanchi e le risate di gusto e le tue battute al vetriolo. Bella da impazzire. E ci hai fatto ridere, tanto. Ci hai dato i tuoi preziosi pareri su tutto, piccole e grandi rogne della vita, pettinature, avvocati, mariti e figli.

Credo, inoltre, che oggi la Spa abbia battuto il RECORD di numero di presenze per metro quadro in un’unica stanza, perché abbiamo occupato tutte le sedie, i divani e il letto, scippando sedie anche alla saletta comune fino a creare un assembramento vociante tipo Ferragosto a Barletta ma senza lasagne al forno (che per esser milanesi va’ che è un passo avanti importante eh!).

Dev’esser successa, peraltro, una MAGIA, credo: non solo noi divinissime dall’occhiaia prominente abbiamo unito i nostri superpoteri, ma nuovi superpoteri sono comparsi ad altri comuni mortali. Tutto merito del tuo amore, che ci unisce, ne sono sicura. Sembrava di stare sull’Olimpo a un banchetto di nozze (stavolta pure con le lasagne).

Così è accaduto che:
– il tuo Principe sfoderasse in dono tanta saggezza e coraggio misto a pazienza che Obi Wan Kenobi lo sta ancora supplicando per un corso di aggiornamento
– tua madre indossasse un nuovo sorriso quieto e rassicurante da far impallidire il Budda
– tua sorella cacciasse fuori dalla borsetta un armamentario di spazzole e trucchi che se lo sogna persino Nausicaa, e con “esso armamentario” facesse tornare sul tuo viso e la tua chioma arruffata lo scintillio da femmina che da sempre hai.

In questo bizzarro mix di divinità e archetipi, io boh, non lo so, credo di poter dire che Ermes fosse con me, perché ho trovato le parole giuste da dirti, Demetra è stata inesorabile, efficace e giusta come una freccia di Apollo (scambio di favori fra dei oggi), Atena (cui si era scassata l’auto, ma questa è un’altra storia), osservava dall’alto lo svolgersi della giornata che aveva provveduto a tessere il giorno prima, e infine Persefone (che dalla Spagna ci mandava l’estate) si assicurava ogni istante che la felicità fosse tra noi.

E poi è accaduta una cosa bellissima, la più bella di tutte:
hai detto che avevi voglia di vedere i tuoi FIGLI
e ti fidavi del loro coraggio
(non hai detto proprio così, era più uno “speriamo in bene, che non si spaventino”, ma ha funzionato alla grande).

Infatti qui, se permetti, è successo l’ineffabile, che proverò tuttavia a dirti: Colui che Non dev’esser Nominato (si, insomma, il tuo ex marito, valà) oggi è stato un grande, mi tocca ammetterlo. Smontando dal suo Frecciarossa preso al volo per una botta di culo (che quelli prima erano full/esaurito/tutto pieno), ha aperto quella porta e… tac:

eccolo comparire con i tuoi bimbi
che felici, sereni, pieni di vita, son volati tra le tue braccia
regalandoti la più profonda delle gioie.

E lui, il tuo ex consorte (che oggi mi sta simpatico e mi pare quasi un brav’uomo), come per incanto, non aveva più orrore del dolore e timore degli incontri e sì, anche lui con coraggio, era acanto a te, al tuo Principe, ai tuoi figli, alla tua famiglia archetipicamente e divinamente bizzarra. Insomma…
C’era AMORE. AMORE VERO.

NOTA A MARGINE: Oggi ho avuto la prova che tutti gli esseri umani sono perfetti se fanno quello che possono e sanno fare, se lo fanno col cuore, con coraggio, con amore. Ognuno il proprio pezzo. E con tutti i pezzi che abbiamo messo insieme oggi, direi che abbiamo fatto un puzzle fantastico, di quelli che li guardi e tiri moccoli perché li hai fatti sul tavolo della cucina e non vorresti più smontarli ma la cena è pronta. Pronta come questo post sconclusionato, scritto senza prender fiato, per raccontarti con parole variopinte e strambe quanto ti amiamo e quanto oggi siamo stati fieri di essere parte di te.
Tua Afrodite

Non ti lasceremo cadere…

Oggi non ho molta voglia di dire cose. Cose allegre  o cose tristi. Oggi mi sento impotente. Perché non so come farti volteggiare leggera, dimenticando i capelli che cadono e le ansie incommensurabili che ti stanno assalendo. Posso solo pubblicare questa immagine scovata da Atena, per dirti che siamo qua, accanto a te, ognuna a modo suo. Tutte pronte a prenderti al volo e farti tornare a volare. Tu devi solo allungare le braccia. Ti voglio bene, splendida Artemide.

Tua Afrodite

Sto imparando a correre col cuore…

E’ passato un po’ di tempo… Ci voleva un po’ di silenzio… Sto vivendo una vita apparentemente normale. ‘Faccio’ la sana… ma nulla e’ ‘normale’.
Dai momenti più bui di quest’estate sono passata ad una sorta di benessere un po’ reale e un po’ fittizio in cui, di sicuro, non sono più alle prese con il malessere di mesi fa ma, al contempo, non sto bene… Il tumore c’è ancora… Dagli ultimi esami pare si sia fermato ma è ancora lì, ampio e avvinghiato felice ai miei dotti biliari…

Il casino è che, stando meglio, vorrei fare mille cose, vorrei fare le cose di sempre, tutte… Soprattutto rispetto al lavoro… A tratti, mi sento la sfigata che arranca dietro… E tutti, dalla finestra da cui guardo, hanno le gambe più lunghe delle mie e arrivano prima.
Per forza.
In questa fase, ci sono giorni in cui mi sento indietro… Che rimarrò sempre più indietro e non ci sarà più spazio per me quando starò meglio…
Quando mi piglia cosi sto davvero male…

E poi… E poi… Ci sono momenti in cui mi scordo addirittura di avere il tumore. Come se le parestesie, le orecchie ancora un po’ tappate, il sapore di metallo in bocca, la stanchezza e altre cosucce di contorno, fossero parte di me… Come se fosse tutto normale.

…Se non ci penso, funziona. Quando ci penso, mi terrorizzo.

Salutare i miei bimbi prima di una chemio mi devasta. Mi vengono mille paure… Mi viene UNA PAURA. Quella che mi sbatte in faccia che sto combattendo la morte. La sera prima della chemio tutta questa finta normalità scompare e torna in primo piano la realtà. Sto facendo del mio meglio per averla vinta, ma il mio avversario è tosto e la strada è davvero lunga.

In questo momento sto facendo la chemio. Domani a pranzo dovrei aver finito. Dopo la mia parentesi nella SPA potrò tornare a fare la finta sana.

A vedermi sembro in forma! Anzi, il cortisone non fa che rendermi bella tonda e rubiconda. …la faccia della salute!!!! Che inculata!!!!
In tutta sincerità, io mi trovo orribile. Non è facile vedermi e sentirmi cosi gommosa… Un po’ narcisa lo sono… Anche più di un po’… E’ ridicolo e capisco bene quanto poco possa – e debba – essere importante nelle condizioni in cui sono, ma è bene essere sinceri. Mi scoccia da morire questo attacco alla mia bellezza. Non che sia mai stata chissaché e non che la bellezza abbia avuto mai un gran valore per me ma vedermi un po’ sfigurata, a tratti, mi spiace davvero… Mi rende ancora più pesante quello che sto vivendo… Soprattutto adesso che, stando meglio, mi rendo più conto di tutto e gli do molto peso…
Stare meglio è stupendo… Non fraintendetemi… E’ solo che, per certi versi, è davvero un casino.
Sono troppo lucida e consapevole di quanto sta accadendo e della strada da fare ancora. Conto i giorni, i passi e fatico a stare nell’attesa e nella pazienza che mi impone il tumore…

Fatico a trasformare i messaggi di malattia in messaggi di vita. Ma è importante impari a farlo per far sì che il mio tumore non abbia più ragione di esistere
Leggi i segni…
Leggi i segnali…
Camminare per me è sempre stato un atto da compiere in corsa. Il camminare aveva come unico scopo il portarmi da una parte ad un altra, nel minor tempo possibile. Da quando sono malata, andare veloce è impossibile. 
I primi tempi, se ero con qualcuno che lo faceva, dicevo: scusami, vai più piano, non riesco ad andare così veloce, sono stanca.
Adesso posso dire: sono stanca di correre, perciò vado con calma. Sto imparando a camminare con il cuore. Non più con la testa. 
Ecco un segno, ecco una trasformazione.

Il mio tumore, così aggrappato ai dotti, mi ha fatto pensare ad una bimba piccola aggrappata alla sua mamma (nulla di strettamente personale…;-)!)… Quel pezzo è lì… Quel pezzo ricorda tante cose… Quel pezzo va ascoltato.
E se è lì è perché ha ancora un gran bisogno di vicinanza, contatto, intimità, amore profondo, scambio… Ho trascurato spesso tutto ciò.
Ho avuto sempre bellissime amicizie ma frequentate, sentite e condivise con sempre meno spazio. Travolta da impegni, doveri, scadenze, obblighi… Per fare la ‘brava’ ho ribaltato la mia personale scala della vita, senza accorgermene! Ho posticipato e rimandato sempre più la relazione rispetto al fare cose, ovviamente, per bene. Perché guai a farle male e guai a farle dopo. Come se il mio valore e il mio spessore dipendessero da questo.
Ecco un altro segno, un altro segnale… Un’altra visione per amare e ringraziare Coso. E’ venuto a ricordarmi che se continuavo così, ne sarei morta.
E allora ho da rivedere e sistemare i pioli della scala. Ripredermi il mio valore partendo dallo scambio profondo. Dall’esserci in quanto persona senza medagliette da rincorrere o da appormi in bella vista per far sì che l’altro possa vedermi e considerarmi.
Così la vita è anche meno faticosa!
E la pazienza che mi impone Coso si trasforma in tempo per stare, per condividere, per pensare.
Un pensiero libero.
Vostra Artemide