Vola leggera

Vola leggera amica nostra, vola leggera amica mia

Ho preparato per te un giardino rigoglioso, con alberi secolari e fiori dal profumo delicato.

Lì potrai stare per tutto il tempo, leggiadra e sfuggente

 

…… e poi, andrai a posare i tuoi piedi sulla riva del mare e ti immergerei nella sua acqua che annulla e lenisce ogni dolore.

…. e il tempo non avrà più fine.

 

 

Eri tu la grandine di oggi, vero?

Anche la tua mamma ne era sicura

 

Tua Erica

 

Biopsie, attese e burocrati folli

Ancora niente biopsia! Attendiamo che la bilirubina scenda! E la bilirubina pare sia una che se la sa prendere molto comoda… Che corre a fare!
Niente biopsia, niente inizio chemio e a me sale l’ansia! Più attendiamo più mi sale l’ansia… Mah!
Qui ho capito che l’esercizio maggiore è quello della pazienza con picchi interessanti anche sulla fiducia. Fiducia in chi mi sta curando, intendo. Sapranno bene cosa stanno facendo? Avranno chiaro che più il tempo passa più il tumore aumenta… Mah!
Ovviamente, pazienza e fiducia non sono mai state il mio forte. Ho tante belle doti… Che, prima o poi, scoprirò per benino… Ma in quanto a difetti, la carenza su quei due lì è indiscussa!
E il tempo se ne va… Intanto, sto imparando a gestirmi in autonomia le flebo. So aprirle e chiuderle e so evitare il reflusso di sangue alla fine… Poco fa, le infermiere, mi hanno proposto di fare il giro stanze con loro domani. Quasi quasi…
Altra chicca sulla mia memorabile ossessiva attenzione e organizzazione oltre che fisica, burocratica. L’ufficio Tasi (la tassa sulla rumenta) ha fatto casino e mi ha addebitato ben 3 utenze di 3 case diverse. Una di queste non c’e’ neanche più. Alla domanda come mai mi è stato risposto che, nonostante tutte le mie corrette denunce, compilazioni moduli, consegna documenti, fax e compagnia bella, potrei sempre vivere ancora abusivamente in quelle case con buona pace dei nuovi inquilini… Diciamo che fanno pagare a me i rifiuti per ricambiare l’ospitalità… In buona sostanza, il Comune di Milano mi aiuta ad essere educata e riconoscente… Questi sono pazzi!
Se esco da questo scherzo della vita, al grido ‘Fottitinne!’, come diceva Woody Allen in ‘Provaci ancora Sam’ (non fottitinne, sia chiaro), trasformerò la mia casa in un bordello algerino dove si fumerà hashish da mane a sera, bevendo rum a tazze! Manco so che gusto c’ha ma fa tanto trasgressione!!!!
A proposito, l’ago aspirato per la biopsia lo farò con la fotocopia di Peter ‘O Toole in Don Chisciotte. Mai visto? Il film è spassoso. Mi preoccupa solo un po’ averlo in testa quando sarò a far l’esame. Don Chisciotte era fuori come un balcone! Speriamo si tratti di una somiglianza solo superficiale.
Vostra Artemide

Roma, treno, profilo

Treno, freddo, fuori ci sono 40 gradi, eppure perché in treno c’è il gelo? Se il treno è quello veloce, è Italo o il Frecciarossa, perché si congela, perché? Mi sono messa addosso tutto quello che ho, golfino sulle gambe scoperte dal vestitino, altro golfino addosso, sciarpa. Vado a Roma, città da me molto amata, farà caldissimo, vabbè! Un conto è stare ai 40 gradi davanti al Colosseo e un conto è starci in via Meda a Milano! Oggi è il primo giorno di libertà, i miei bimbi vanno in montagna con il loro papà, io starò due settimane da sola. So che staranno benissimo con lui quindi io, dopo 12 anni (quando è nata la mia adorata A.) ricomincio a sentire il mio profilo. Qualcuno dentro mi dice “Dove sei stata tutti questi anni?”. Bimbi, lavoro, marito, casa, cercare di tenere le relazioni di amicizia che sono vitali per me. Mi riguardo e mi dico che si vede che il tempo è passato, però anche no, è strano… Come se in questo periodo la memoria avesse un collegamento preferenziale con la “me” di vent’anni fa: se nomino il nome del mio collega di oggi mi viene da dire il cognome del mio compagno di università che si chiama come il mio collega, ma ha un cognome diverso (tipo Michele D. il collega, invece dentro penso, Michele R. il compagno…). Per fortuna però quando nomino il collega lo nomino giusto. Che strano. Devo mandare una email al Centro in cui lavoro e uno zic prima mi viene da dire il nome dell’istituto in cui lavoravo vent’anni fa. Non può essere un caso. Mi rimetto in contatto con il mio profilo, è come se ripassassi con la mano il mio contorno e mi piace.

La mia amica di fegato ha fatto un gran tifo per questa cosa, ogni tanto mi dava qualche segnale, discretamente, dolcemente, pazientemente ma costantemente. So che è felice che mi sto ritrovando. Ora il filo che mi lega a lei si sta allungando, sto arrivando a Roma, speriamo che il gelo che c’è in questo treno le porti, attraverso il filo, un po’ di frescura. Ieri si schiattava di caldo in quella stanza del Fatebene. Dal cuore mi viene da dirle GRAZIE ARTEMIDE. E da dentro sento qualcuno che mi dice ” ben ritrovata Demetra!”.
Tua Demetra