Di chi è un corpo malato? (Preghiera)

Di chi è il destino di una persona malata, gravemente malata, di chi è? Di chi è il suo corpo, da curare o accogliere, di chi è? E i suoi sentimenti? Le sue paure? Chi le ha in mano, chi ne governa i fili, di chi sono? Non certo del primario strapagato con seguito di tirocinanti, del dottorone che torna dalla sua bella sciatona invernale con grappini e polente, che senza guardare chi ha davanti, senza guardare il lavoro d’equipe che dura da settimane, decreta: febbre oncologica, tutto nella norma, nessuna infezione, portatela a casa con una fiala di cortisone. Di chi è il destino di una mamma, bellissima, giovane, la sorte di una professionista che aiuta altre persone a trovare la propria strada di felicità? No, non è nemmeno della dottoressa ostinata e accorata, che da giorni cerca e scandaglia, come un astronomo tra galassie inesplorate fatte di batteri, antibiotici e misteri insondabili. Non è nemmeno suo, no, nonostante voglia capire e curare, nonostante si rifiuti di arrendersi. Non è nemmeno suo. Perché se non troverà, dovrà sapersi arrendere, mollare, lasciar andare. Di chi sono allora il corpo della mia amica, la sua anima, il suo sorriso, la sua rabbia, la sua voglia di vivere e combattere, di chi sono tutti questi tesori coltivati in 46 anni? Non del suo compagno, no, neppure suoi anche se la ama alla follia: non può scegliere per lei, non può capire dove gli specialisti non capiscono, non può accollarsi una decisione troppo grande, non può sostituirsi a lei adesso; può solo guardarla negli occhi e darle amore e coraggio. E’ dunque allora di sua madre questo corpo, questo destino, di sua madre che l’ha partorita, cresciuta e poi lasciata camminare da sola? O di sua sorella, che è sangue insieme a lei? O delle sue amiche di un’eternità, che al pari del suo amato compagno non sanno che fare ma le darebbero la luna? Forse è dei suoi figli, carne della sua carne, così piccoli da ignorare persino la situazione? Certo non loro, neppure loro, che avrebbero il diritto di chiedere un miracolo e vederlo esaudito. Di chi è l’amica mia, la sua anima di chi è?

Non lo so amica mia qual è la strada più giusta per te e per il tuo male, vorrei dire che tu sei di chi ti ama veramente e quindi poter scegliere il meglio per te: ma tu sei solo tua, tua e del corso naturale delle cose. Lasciamo da parte l’onnipotenza, lasciamola da parte in ogni caso, che noi si sia amici, innamorati, medici, demoni o santi. Una persona ha il diritto di scegliere in prima persona, fino all’ultimo. Scegliere e arrendersi alla vita. Capire, certo essere informata o scegliere di non sapere, ma vivere fino alla fine da soggetto, non da pupazzo, non da cavia.

Io non lo so cosa è meglio per te, qual è la strada giusta e quale, invece, apre una porta sul buio. Ma tu sai cosa senti, sai cosa ti dice il tuo corpo, sai cosa vuoi e sai anche cosa vuoi farci credere. Sai soprattutto quale strada stai percorrendo assieme al tuo corpo. Scegli tu dunque la tua strada, amica mia, pezzo di me. Non lasciare che lo facciano un diverbio tra medici o un eccesso di amore. So che saprai trovarla e poi la insegnerai a noi. Qualunque sia la strada che percorrerai noi saremo accanto a te. Ma scegli tu, ti prego, solo tu, in un modo creativo, che saprai trovare e farci capire. In un modo connesso al naturale corso della vita. Resta in empatia con la Natura, non cedere alla rabbia se puoi. Nessuno ha il diritto di giocare la partita al posto tuo. Non è mai accaduto. Non voglio che nessuno lo faccia accadere ora. Dunque, ti supplico, prendi il timone della nave finché non deciderai di lasciarlo tu e affidarlo a chi vorrai, facci capire tu cosa vuoi per te stessa. Amati, deponi la rabbia oppure fanne la tua arma vincente, amati comunque, e trova il modo. Non ti arrendere, non ostinarti. Non arrendiamoci, non ostiniamoci. Lascia Divino che su di noi scenda la tregua, che ci si affidi alla vita, che si abbandoni l’onnipotenza, che si lasci scorrere il fiume e che si scopra cosa davvero è l’Amore. Amica mia. Noi siamo qua.

Tua Afrodite

Spa e servizio in camera…

(C) disegni di Erica Lucchi
(C) disegni di Erica Lucchi

Le uniche figure sempre presenti sono gli infermieri e i tormentatori, ovvero, il servizio in camera. In 5 per fare il lavoro di uno! Bussano e arriva quello che ti stende la tovaglia. Dopo mezz’ora quello che ti porta l’acqua, poi il pane e così via per le successive ore finché arriva il pranzo… Al termine del quale, riordinano con lo stesso ritmo, ma a ritroso…

In buona sostanza, tra una vomitata e l’altra e tra una scarica di dissenteria e l’altra, ti ritrovi a rispondere, salutare, ringraziare e dire arrivederci, abbracciata alla tazza del water… DioBono! Non ce la fanno a delegare un solo inserviente??? Certe mie espressioni intime ci terrei a non condividerle… Mettiamola così, potrebbero essere dei validi aiutanti nel monitorare come stanno i vari pazienti ad ogni passaggio… La 1 caca di brutto! La 6 dà l’anima! La 3 si sta limando le unghie!… Peccato non sia questo il loro compito..

Tolti i tormentatori, ieri è comparsa anche una suora… Non ho nulla contro le suore, ma contro le minchiate dette a caso sì …nessuno l’aveva richiesta, eppure, ci ha tenuto a venire a salutarmi e a dirmi che ‘piano piano tutto andrà bene’… Ma che minchia ne sa, lei? Ha un contatto diretto con il Padre Eterno??? Comunque sia, avrei voluto cacciarla con un piccolo cameo dall’Esorcista, ma poi mi sono trattenuta… Ecco un segnale! Mi sa che la prossima volta val la pena che tiri fuori l’esorcista! Perché trattenermi ancora??? Essere così gentile e cortese??? Qua e là un bel ‘mavaffan…’ D’ora in poi ce lo infiocchetterò. Che bellezza e che liberazione!!!! ;-)!
Grazie Coso!
Vostra Artemide

“La vita è come una scatola di cioccolatini… non sai mai quello che ti capita”

La mia migliore amica ha preso un cioccolatino lo ha scartato e ha vinto un colangiocarcinoma. Come è possibile? Così,  all’improvviso. Tac.

La vita non dovrebbe riservare certe sorprese. Dovrebbe a avvisarti dovrebbe essere più delicata nelle comunicazioni. Dovrebbe essere gentile, soprattutto con chi la tratta con altrettanta gentilezza e rispetto, come ha sempre fatto l’amica mia.  Se la vita ti riserva una roba così ti incazzi,  cioè è un po come scartare un biscotto della fortuna al ristorante cinese e trovarci dentro una frase tipo “guardati alle spalle”. Ma che roba è?!  ma scherziamo?! A mio cugino era successo una volta, eh.  C’era rimasto molto male, potete immaginare.  Insomma mentre tutti scartano i loro biscotti della fortuna e leggono frasi d’amore tra apostrofi rosa, tu ti ritrovi una bomba del genere. “Guardati alle spalle”. Roba da far venire l’ansia e la pelle di cappone anche a Raymond Chandler.

Anche l’amore, come la vita,  e come i biscotti della fortuna,  a volte ti sorprende.

Ieri per esempio il socio  decide di mettersi a sbrinare il frigo che in effetti è mezzo occupato da un ghiacciaio dell’Antartide che cresce dentro da mesi a dismisura. Dice di avere un metodo infallibile, con il phon. Sono le 19. Alle 20.30 è ancora lì in mutande e torso nudo che sbrina il frigo. Gli dico “Guarda che sul fuoco (a 20 cm  da lui, n.d.r.)  sta finendo di cuocere la pasta e fagioli, io sono in sala a giocare con la piccola” . Traduzione  “dacci un occhio già che sei li, io sono in un’altra stanza”.Dopo 20 minuti sento un’odore di bruciato allucinante. Corro trafelata in cucina (mentre ho un déjà-vu pazzesco) e vedo lui preso e perso nella sua eroica impresa e di fianco la pentola con la nostra cena che va a fuoco!
“Amore ma ma….che fai?! Non lo senti che  sta bruciando tutto?!?!?!?”
“Ah era la cena, pensavo fosse il phon”.
………
Minuto di silenzio e raccoglimento.
Ecco una cosa così potrebbe mandare chiunque ai pazzi. Anche san Sebastiano.  Ti incazzi da morire, ti poni un sacco di domande, ti chiedi ma  perché a me?
Come scartare un biscotto della fortuna con su scritto “guardati alle spalle”.
Come girare una pagina della vita e trovarci scritto “hai un colangiocarcinoma”. No questo è molta più roba in effetti.
Però l’esito non cambia: hai due possibilita: o ci vai sotto come successe a mio cugino col biscotto della fortuna (non uscì di casa per tre mesi) oppure abbracci la vita, la ringrazi per l’occasione che ti ha dato e vai avanti scrivendo una nuova pagina della tua biografia. La scelta, la responsabilità, sta a te.
Io per esempio non sono diventata una serial killer, ma continuo ad essere una compagna devota e amorevole, che chiunque stia leggendo ora penserà “minchia che donna forte”. È vero me ne prendo il merito ma …..ecco quel che vorrei dire  con questa storia un po lunga è che la mia amica nonostante questo cazzo di cioccolatino sta scrivendo ora le più belle pagine della sua vita. Ed io gliene sono
Ha preso il suo colangiocarcinoma, lo ha scartato, lo ha guardato in faccia, lo ha ringraziato ed è andata avanti ripartendo da lui.
Morale, una cosa sola è  certa: “Nella vita le uniche storie possibili sono quelle che noi stessi scriviamo”.
Qualcuno dovrebbe proprio scriverlo sulla carta di un cioccolatino.
Tua Atena

La chemio chic…

Occhio Gioioso (il mio oncologo del cuore) è felice e lo sono anch’io! Ho risposto più che bene alle prime due chemio. Così bene che oggi ho ‘vinto’ il passaggio di livello a quella più tosta che ci sia per il mio tipo di tumore.
Ho un po’ paura per gli effetti collaterali che saranno più pesanti, ma non vedo l’ora di stare sempre meglio e quindi… Vada per lo stare peggio nei prossimi giorni… Da domani mi sa che mi rileggerò questo pezzo tante volte per rincuorarmi…

A proposito! Sono solvente! La mia assicurazione si è svegliata e ha iniziato a pagare per le mie cure. Risultato: stanzetta privata con letto, divanetto per gli ospiti, bagno e lussuosissima tv! Menù, cibo da ristorante e coccole a gogò. Par di essere in una SPA! Nel girone dantesco dove andavo prima non vedevo l’ora di scappare e pensavo mi accadesse lo stesso qui… Mi sono dovuta ricredere! E chi scappa da qui?! Manco ti accorgi che stai facendo la chemio! 9 ore di flebo come fosse una passeggiata! Sì perché da solvente ti spettano flebo disintossicanti intervallate a quelle bastarde. L’obiettivo è quello di aiutare il paziente ad avere meno effetti collaterali possibili. E, a giudicare da come mi sono sentita nel mentre e in questo momento (ore 02.00!), sembrano davvero efficaci. Le altre volte ero già ko da ore!

…Girando su internet ho scoperto che uno dei nuovi preparati che stanno circolando nel mio corpo ha la particolarità di entrare nel DNA delle cellule e mandare in tilt la riproduzione… Spero sappia anche scegliere quali cellule attaccare!!! Però, è sorprendente! Sembra quasi fantascienza!… Ha il suo fascino, non c’è che dire!
Vostra Artemide

Comprendi il male

Ricordate il Motto di qualche giorno fa?
Sto riflettendo sulla sua presenza e la sua funzione. Negli ultimi anni, non c’è dubbio, una fetta consistente di me si era intrisa di tanta rabbia, dolore, delusione, invidia, astio, tristezza, paura… Purtroppo, il mio matrimonio e la relazione con il mio ex marito mi avevano assorbita e travolta. I miei pensieri erano spesso legati a lui e al fallimento di una storia in cui avevo creduto molto.
Non volevo accettarlo.
Al tempo stesso, ero diventata sempre più dura e feroce nel giudicare ogni suo passo come contro di me. Ci ho perso dietro un sacco di tempo e di energie! Fino al punto da non riuscire più a distinguere tra azioni veramente da arginare, perché compiute sull’onda della sua rabbia, con azioni compiute invece solo perché la pensiamo diversamente e questo non significa affatto siano contro… Anzi! Saperle distinguere è fondamentale. Io non lo sapevo più fare… A volte, il pensiero dell’altro si rivela anche migliore se ci si da il tempo di comprenderlo. Del resto, per quanto separati, quell’uomo l’avevo scelto per farci una famiglia e, oggi, posso anche reimparare a vedere il bello che possiede e ha sempre posseduto. La separazione è stata fondamentale, ma saperci stare tenendo vivo anche tutto ciò che di positivo e sano può esserci ancora nell’altro credo sia un atto di grande evoluzione per noi e per i figli.
Nell’ultimo anno, soprattutto, era andata meglio.
Non vivere assieme ci stava aiutando parecchio ma, di sicuro, negli anni di caduta libera del rapporto avevo ormai accumulato tantissimo malessere.
Poterlo vedere raccolto in un luogo e poterlo pensare come qualcosa di cui posso liberarmi, sembra incredibile ma, in certo qual modo, mi da la misura e la certezza di poterlo fare. Adesso che so. Adesso che lo guardo. Adesso che non posso sottrarmi dall’occuparmene e dal fare ‘pulizia’ dentro di me.

Ama il male…
In un certo qual modo sento di poter amare il mio male. E’ qui a ricordarmi quanto è accaduto. E’ qui a tenermi vigile rispetto a quanto posso fare. E’ qui a darmi anche gli strumenti per liberarmene.
Il mio tumore è venuto per aiutarmi a purificarmi.
Sembra un po’ folle scritto cosi… E’ vero… Ma sento che il male è venuto con l’intenzione di farmi fare un salto che, altrimenti, forse e purtroppo, non sarei stata in grado di fare. Questo male è legato agli anni recenti, ma anche ai pensieri e alle idee che, evidentemente, avevano spazio dentro di me da tempo. Ancora e da sempre. E’ un po’ come se questa fosse l’occasione per cambiare registro e pagina. Profondamente. Guardando a me e alla mia esistenza con uno sguardo più ottimista e positivo per tutto ciò che mi riguarda.
Cosa nuova e desiderata.
Liberarmi da questo male può significare davvero riconoscermi un pieno diritto all’Esistenza. Un pieno diritto allo stare bene ed esserci con serenità.
Amo questo male perché mi sta offrendo questa possibilità.
Il mio ‘essere al mondo’ l’ho sempre un po’ vissuto come un dover stare nella ‘stanza degli ospiti’. Ci sei, ma è bene che più di tanto non crei disturbo e, al tempo stesso, le cose della vita vanno conquistate, occorre tanto (troppo!) impegno per prenderle! Come ‘ospite’ c’è da fare sempre una fatica in più. Un po’ come prendere il codino che penzola sulla giostra del Luna Park! I ‘non ospiti’ sono tutti più alti! Fai una fatica bestiale e ci devi mettere uno slancio anche feroce per batterli e accaparrarti un giro gratis!
Ecco, come posso non amare un male che è venuto a dirmi di entrare nel ‘salotto buono’ a pieno diritto??? Un male che sì, è vero, devo scalciare… è qui per questo! Ma c’è per tenermi il posto! Appena arrivo se ne va! E’ lì un po’ bruttino, ma e lì, per me! Del resto, fosse bello, magari lo lascerei stare… O lascerei ancora la poltrona libera senza rendermi conto che lo è e spetta a me sedermici (!!!) senza dover sgomitare ed affannarmi!
…Incredibili i film che ci facciamo! Ma è così…

Ringrazia il male…
E’ inevitabile. In questa prospettiva è tutto più chiaro. Sia beninteso, non c’è alcuna colpa nell’avere un tumore. Non smetterò mai di dirlo. Un tumore puo’ capitare. A chiunque. Qualunque tipo di vita conduca e qualcunque siano le storie, i pensieri e le convinzioni che lo guidano.
Ma un tumore puo’ essere un’opportunità. Non c’è dubbio. Mi sta imponendo con forza delle riflessioni e considerazioni che, forse, non avrei mai fatto. Tante cose anche già viste e attraversate in anni di terapia, ma occorreva un altro passo! Non posso che ringraziarlo se resto fedele allo sguardo che mi rende limpida e lucida di fronte al suo messaggio e di fronte a quanto posso fare di diverso. A quanto posso offrirmi. Posso e devo. Da adesso. Liberarmi da tutto ciò che ha reso cupo il mio essere. Farlo diventare luce. Nuova e pulsante di vita, di gioia, di leggerezza.

Distaccati dal male…
…e mandalo in vacanza in un bel luogo dove possa divertirsi e riposarsi dopo le fatiche di questi anni. Se mi siedo sulla poltrona, lui può andarsene.

Ci sto lavorando… Chemio su chemio è un po’ come se facessi i miei primi passi nel ‘salotto buono’. Sono ancora distante dalla poltrona. Ma la vedo.
Me la immagino bella e comoda. Ed io  ben vestita e sorridente che mi avvicino con passo lento, ma deciso.

Il mio tumore è lì…
Ricordate Coso? Potrebbe proprio essere così. Lui però non è più così rabbioso e potente. Non ne ha più bisogno. Finalmente ho capito cosa vuole! Quindi e lì, un po’ annoiato per l’attesa e, adesso, anche stanco… E’ affaticato dal mio metterci così tanto tempo prima di andare da lui a prendere il posto!
Se fantastico sul seguito…
Mi avvicino. Gli sorrido.
Lui alza lo sguardo. I suoi occhi sono vivi e carichi di attesa e speranza.
Il posto e’ mio, se lo chiedo con convinzione senza arrabbiarmi, e’ pronto ad andarsene…
Si alza e si allontana.
Senza cenni, senza fronzoli, senza parole. E’ pronto ad andare.
Io rimango a fiato sospeso per un attimo. E’ un momento solenne!
Quella è la mia poltrona! Ed è sempre stata lì. Per me! Finalmente ora so. Ora vedo. Ora la posso toccare.
Con gesti e movimenti attenti e rispettosi mi siedo. Mi sistemo. E’ anche comoda!
Da qui, il mondo ha tutt’altra faccia!
La mia poltrona e’ semplice, ma anche comoda e colorata. E’ bellissima! E’ la mia poltrona nel mondo!

E dove mando Coso???
Sara’ l’estate, sarà che sono nata nel mare e il mare per me è l’elemento chiave della vita. Impossibile sopravvivere senza!
Mando Coso al mare! Maldive, bordo piscina, cocktail, sole, brezza marina… Cappello di paglia in testa, elegante mise di lino… Coso sta una bellezza!
Manda cartoline da laggiù.
Non potevamo che renderci più felici!

Ecco come potrebbe andare… Ecco come voglio vada… Ce la sto mettendo tutta Coso per liberare te e liberare me! Lo so, tocca a me il grosso e so che non è ancora finita ma… Abbi fede e fiducia! Io ce le ho sempre di più!
Vostra Artemide

Rinascita!

Per fortuna quella brutta giornata si è conclusa bene per l’intervento provvidenziale di una dottoressa che mi ha consigliato il mitico Buscopan!
Stavo per andare al Pronto Soccorso e, invece, incredibilmente ho trovato qualcuno che potesse aiutarmi per telefono! Piangevo di gioia!

Da qualche giorno, mi sento davvero meglio. E’ bellissimo! Sto riacquisendo un po’ di forze, finalmente riesco ad uscire di casa e fare delle passeggiate. Mi aiuto con un bastone perché anche i muscoli, in questi mesi, ne hanno risentito ma sono molto felice perché mi sembra davvero che le chemio stiano facendo effetto.

Oggi in uno scambio con un mio grande maestro ho condiviso un pensiero che trovo molto vero. Rispetto ai tumori la parola ricorrente è Combattere. Credo ci possa essere molto di più. Non è combattendo che ci si ‘libera dal male’. Occorre bel altro. Il male arriva e porta con sé un messaggio non può essere trascurato.
E quindi, su suggerimento di una delle persone più speciali che conosca, ecco il mio nuovo motto: Comprendi il male, ama il male, ringrazia il male e poi distaccatene…
Mandalo in un bel luogo di vacanza dove possa divertirsi e riposarsi dopo le fatiche di questi anni.
Care Divine… Ogni giorno vissuto mi insegna qualcosa di più.
Vostra Artemide

Oggi è durissima

Oggi è durissima.
La stipsi si è fatta avanti con forza. La volta scorsa è stato l’opposto. Questa volta è difficilissimo.
Il dolore per gli sforzi è stato davvero grande. Tremavo e non avevo le forze per riuscire a fare nulla. Neanche il clistere è servito e, adesso, sono terrorizzata dal sentire ancora male.

Quello che ha fatto davvero male è il retto che nello sforzo ha fatto fatica a tornare nella normalità. Adesso, ho così paura che non riesco neanche ad urinare da ore.
Non è il massimo come racconto, ma sta succedendo anche questo e penso sia importante lasciarne traccia.

Con la tachipirina 100 spero di sortire qualche effetto calmante.
Attendo che un po’ di dolore passi.
Incrocio le dita e sudo freddo.
Oggi non me l’aspettavo ma sembra il colpo di coda finale post chemio, come la volta scorsa in cui ero stata molto male proprio quando mi sembrava di aver ricominciato a riprendermi.
Bastardo!
Attende che abbassi la guardia per attaccare.
Ma so rialzarla subito e non mollo! Ancora di più!
Vostra Artemide

Eccomi qui che mi rivolto nel letto ma non voglio dargliela vinta.
Tra un po’ staro’ ancora meglio.
Ne sono convinta e, intanto, cerco di pazientare e stare tranquilla finche’ passer

Riflessioni attorno a un fegato ferito

Ci sono diverse lesioni su tutto l’organo

Si, me l’hanno descritto pressapoco così.

Me lo sono immaginato come se avesse ricevuto tante pugnalate… E, in un certo qual modo, penso proprio sia andata così. Penso di sapere da dove far partire tutto ciò. Forse anche da molto lontano. Ma, di sicuro, gli ultimi anni sono stati quelli decisivi. Anni in cui so di aver vissuto scissa. Scissa in una dimensione in cui la mia vita si divideva nettamente tra l’esterno e quello che accadeva in casa.

Fuori c’erano la gioia, i bimbi, gli amici, il lavoro, con tante soddisfazioni e novità. Raccoglievo dei frutti importanti sotto tanti punti di vista e mi sentivo felice per le mie conquiste. In casa, o meglio, con il mio ex marito, invece, le cose andavano malissimo. Da tempo. Una parte di me soffriva ogni giorno, se ne disperava ogni giorno, senza trovare una soluzione, un appiglio, un modo per cambiare direzione.

Nonostante i miei mille tentativi sembrava non ci fosse via d’uscita. La mia ostinazione mi ha fatta ammalare. Avrei dovuto fermarmi prima. Avrei dovuto comprendere prima che non valeva la pena farsi così male. Nonostante i figli. Sì. Nonostante e a prescindere. Quando va male in un matrimonio con i figli, li si fa diventare la scusa per non muovere un passo. Incatenati ai sensi di colpa del dover far pagare loro gli errori di adulti, che non sono in grado di essere tali. Anch’io li ho usati per fermarmi, per placarmi ma, soprattutto, per proteggermi perché avevo paura di agire. Paura di chiudere. Paura di quello che sarebbe stato. Avessi potuto vedere un poco più in là del mio naso avrei capito che poteva andare meglio solo separandomi. Che sarei tornata ad essere Una e non divisa tra due mondi lontani anni luce. Che avrei di nuovo provato gioia profonda e serenità. Che il mio cervello e le mie viscere si sarebbero finalmente liberate e alleggerite di quel pesante fardello e quell’incessante rumore di fondo dei pensieri di chi non ce la fa più a stare in una situazione, ma si sta imponendo di farlo per paura, per vigliaccheria e per il quieto vivere di chissà chi.

Ma non potevo saperlo.

Alla fine, è andata. Ce l’ho fatta a chiudere. Ce l’ho fatta a combattere ancora, e tanto. Anche per chiudere. E, di questo, sono infinitamente felice e orgogliosa! Ma, ormai, il danno era evidentemente fatto. E adesso il mio corpo è venuto a ricordarmelo. Ho lasciato che mi venisse fatto troppo male. Mi sono fatta troppo male. Ho fatto, a mia volta, troppo male. E adesso quelle pugnalate sono anche visibili. Visibili anche dai medici che guardano il mio fegato. Pugnalate inferte con rabbia e disperazione. Quello che ho vissuto. Quello che ho lasciato che accadesse.

Non me ne faccio una colpa. Sia ben inteso. Ma voglio aver chiaro cosa è successo. Voglio aver chiara la mia parte di responsabilita’ in tutto cio’. Per tenerne conto e partire da qui per andare oltre. Sanando queste ferite. Ricucendo. Scacciando. Ripulendo. Pur facendo tesoro di quanto è successo. Una dura e amara lezione di vita. Che nessuno dovrebbe arrivare a vivere ma, evidentemente, necessaria per chi, come me, è capace di tollerare ‘troppo’ e ha da imparare a fermarsi e a fermare prima chi va oltre.

Il mio corpo non dimentica.
Io non dimentico.
Io non offro più il fianco per un’altra pugnalata. Anche fosse solo indulgere nell’ipocrisia del momento.

E il Fegato ringrazia.

(Biopsia fatta) E ora ti darò un nome…

Biopsia fatta! Per la cronaca, non fa male. A confronto, l’amniocentesi è davvero dolorosa. Certo, la fase dei preparativi te la potrebbero risparmiare… Con gran serenità, ti si parano davanti con pistole e pistolette, con aghi lunghi un avambraccio, alla Pulp Fiction… Difficile non vedere… Minchia! Ti pare che da lì a breve ti appenderanno in bacheca, con sotto la targetta col tuo nome! Vabbo’, è andata va’…
Ora si tratta di attendere il responso. Intendiamoci, che sia carcinoma pare non ci sia dubbio. Per carcinoma ho capito che si intende il tumore maligno. E fin qui, se di sfiga doveva andare, c’è andata tutta. Però bisogna capire di che carcinoma si tratta. Ciascuno ha il suo nome, le sue particolarità e le sue preferenze… E già, c’ha il suo carattere pure lui!

Sono pronta a conoscere il mio nemico! Sto stronzo che si è messo tra me e la mia felicità! Sto figlio di puttana che ha osato inserirsi nella mia vita per rovinarmela! Giusto adesso che le cose si stavano mettendo sempre meglio! Giusto adesso che, dopo anni di dolore in un matrimonio complesso e senza futuro, avevo ripreso in mano la mia serenità, la mia gioia, la mia pienezza!

Da due anni, avevo ripreso in mano la mia vita nella sua completezza, così come piace a me. Fatta di amore, amicizie, lavoro… Gioia… Già perché sono una persona a cui piace ridere, piace scherzare, piace affrontare la vita con il sorriso e poter ridere anche delle cose peggiori… C’è sempre un lato comico in tutto! E, secondo me, va sempre trovato perché è il modo migliore per poter affrontare anche la peggior cosa… Certo tra un po’ di mesi, verificheremo se questa è una buona strategia o se vada gettata nel cesso, come le mie inutili e ossessive precisioni!

Quindi, eccomi qui in attesa! 18esimo giorno di ospedale. Quasi non mi ricordo com’è fatta casa mia! Bah! In teoria dovrei uscire tra qualche giorno e attendere il responso in poltrona.

Non vedo l’ora di sapere chi è il mio nemico! Di conoscerlo in tutte le sue più piccole bruttezze e debolezze! Ce le avrà anche lui, ne sono certa! E sono pronta a tirargli i pugni e i calci più forti della mia vita! Non è la prima volta che devo combattere e non intendo tirarmi indietro! La vita mi ha fatto regali magnifici, in primis, i miei figli! Mai avrei pensato fosse così bello essere mamma! Ma mi ha regalato anche amici stupendi, amori importanti, tutti, anche se sono finiti, anche se non sono andati come avrei voluto, ma ci sono stati e hanno avuto un valore alto per me, per quella che ero e per quella che sono diventata, anche grazie a loro. Mi ha regalato un lavoro bellissimo, che amo e che mi impegno a fare con amore e passione, tutti i giorni. Perché credo in quello che faccio e perché credo che in tutti noi ci sia una luce divina, che deve solo trovare la via da cui uscire per illuminare il mondo.

Mi ha regalato gioie e dolori. Tutte cose importanti e fondamentali. Certo, per molte cose ho dovuto lottare parecchio. So cosa significhi. Forse nelle altre lotte, la battaglia era sempre per raggiungere qualcosa, per arrivare in un dove che mi ero prefissata… Questa volta, la lotta è contro qualcosa. Qualcosa che non ho ben chiaro cosa cazzo sia… ma qualcosa che c’è e non dovrebbe esserci perché se c’è lui, non posso esserci io!

Ecco è un po’ questo il senso. Sentire che qualcuno vuole prendersi il mio posto, la mia vita, vuole rubarmi il mio cazzo di trono conquistato a fatica e lo vuole fare senza fare il minimo sforzo! Come quelli che ti superano con nonchalance mentre sei in coda o quelli che ti fottono il posto auto mentre stai facendo manovra… E’ pressapoco quella roba lì… Che mi fa incazzare come una iena! Quindi, come iena di solito non ho nulla da invidiare ad altri. Quando ingrano la marcia non mollo l’acceleratore finché non arrivo al dunque. E così farò.

Non mi risparmierò in colpi bassi e aggressioni senza preavviso! Lo colpirò in faccia e di spalle! Lo butterò a terra! E mi riprenderò il mio cazzo di posto in prima fila! E che cazzo! Ci sono voluti anni per arrivarci e ‘mo sto stronzo me lo vuole fottere???

Ditegli che Artemide sa essere feroce con chi le reca offesa!

Ecco. Oggi mi sento così. Pronta e decisa. Determinata a non mollare. Finché non avrò la meglio. Ci saranno cedimenti. Me lo immagino. Per forza. E sarà in quei momenti, soprattutto in quei momenti, che avrò bisogno dei super poteri di tutti e che le mie amiche sorelle potranno metterli in gioco per fare da scudo, per proteggermi, per darmi ristoro prima di un’altra battaglia, ancora più dura ma ancora più vicina alla vittoria! So che sarà così. So che ci sarete. E so che, insieme, ce la faremo.
Vostra Artemide

Biopsie, attese e burocrati folli

Ancora niente biopsia! Attendiamo che la bilirubina scenda! E la bilirubina pare sia una che se la sa prendere molto comoda… Che corre a fare!
Niente biopsia, niente inizio chemio e a me sale l’ansia! Più attendiamo più mi sale l’ansia… Mah!
Qui ho capito che l’esercizio maggiore è quello della pazienza con picchi interessanti anche sulla fiducia. Fiducia in chi mi sta curando, intendo. Sapranno bene cosa stanno facendo? Avranno chiaro che più il tempo passa più il tumore aumenta… Mah!
Ovviamente, pazienza e fiducia non sono mai state il mio forte. Ho tante belle doti… Che, prima o poi, scoprirò per benino… Ma in quanto a difetti, la carenza su quei due lì è indiscussa!
E il tempo se ne va… Intanto, sto imparando a gestirmi in autonomia le flebo. So aprirle e chiuderle e so evitare il reflusso di sangue alla fine… Poco fa, le infermiere, mi hanno proposto di fare il giro stanze con loro domani. Quasi quasi…
Altra chicca sulla mia memorabile ossessiva attenzione e organizzazione oltre che fisica, burocratica. L’ufficio Tasi (la tassa sulla rumenta) ha fatto casino e mi ha addebitato ben 3 utenze di 3 case diverse. Una di queste non c’e’ neanche più. Alla domanda come mai mi è stato risposto che, nonostante tutte le mie corrette denunce, compilazioni moduli, consegna documenti, fax e compagnia bella, potrei sempre vivere ancora abusivamente in quelle case con buona pace dei nuovi inquilini… Diciamo che fanno pagare a me i rifiuti per ricambiare l’ospitalità… In buona sostanza, il Comune di Milano mi aiuta ad essere educata e riconoscente… Questi sono pazzi!
Se esco da questo scherzo della vita, al grido ‘Fottitinne!’, come diceva Woody Allen in ‘Provaci ancora Sam’ (non fottitinne, sia chiaro), trasformerò la mia casa in un bordello algerino dove si fumerà hashish da mane a sera, bevendo rum a tazze! Manco so che gusto c’ha ma fa tanto trasgressione!!!!
A proposito, l’ago aspirato per la biopsia lo farò con la fotocopia di Peter ‘O Toole in Don Chisciotte. Mai visto? Il film è spassoso. Mi preoccupa solo un po’ averlo in testa quando sarò a far l’esame. Don Chisciotte era fuori come un balcone! Speriamo si tratti di una somiglianza solo superficiale.
Vostra Artemide